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lunedì 6 gennaio 2014

G = Essere Gay




Non è una colpa, non è un atteggiamento che uno sceglie, è normale tanto quanto non esserlo. Ma la cosa che nessuno dice mai è che essere gay è anche bellissimo.” 1

La prima tappa per essere dei gay felici consiste nel riconoscere ed accettare se stessi. Ascoltare i propri sentimenti più profondi aiuta ad essere onesti con noi stessi, con la nostra sessualità per riuscire ad accettare quello che siamo veramente. La maggioranza dei ragazzi che accetta la propria sessualità dice di sentirsi più felice, sereno/a e fiducioso/a.2



Pur essendo i gay una percentuale cospicua della popolazione, la gran parte di essi per tutta la vita non riesce, decide di non vivere apertamente la sua condizione. Gay, lesbiche e bisessuali costituiscono il 10% delle persone, ma di questi solo il 27% è dichiarato. Gli altri non hanno ancora superato tutte le fasi dell’accettazione di sé, in cui tutti passano con tempi e modi diversi, e che sono tre: il rifiuto, la rassegnazione, l’accettazione.

Durante la prima parte, il rifiuto, la propria sessualità viene negata anche a se stessi. Alcuni pur avendo fantasie verso persone dello stesso sesso, fingono che non sia mai successo e non collegano questo a una possibile omosessualità. Se con gli amici o in famiglia si parla di gay o lesbiche avrà una sua opinione in merito ma non sentirà il discorso come qualcosa che lo riguarda direttamente. Col tempo si potrebbe voler iniziare a cercare qualche informazione su internet (e perché no, anche pornografia).
Parecchi sono convinti di essere attratti solo sessualmente da persone dello stesso sesso ma di non desiderare una relazione con loro, e di amare invece le persone del sesso opposto. Potrebbero pensare alle persone dello stesso sesso solo per l’atto sessuale (spesso di sola masturbazione) e ritenere schifoso il bacio, le coccole, e assolutamente impossibile il fidanzamento. Questi faticano anche a riconoscersi come gay o bisessuali e spesso pensano di essere eterosessuali. Non è vero. Semplicemente sono intervenuti due fattori: il primo è il fortissimo condizionamento sociale che porta a desiderare relazioni e storie con il sesso opposto, e a ritenere strano, impossibile il fidanzarsi e avere una storia con qualcuno dello stesso sesso. Il secondo è il non avere incontrato ancora la persona che abbia fatto innamorare perdutamente: è difficile trovare l’amore, che tu sia maschio o femmina, etero o gay. Non l’hai ancora conosciuta, ma puoi innamorarti di una persona del tuo stesso sesso. Capendo questo concetto e proseguendo il cammino dell’auto-accettazione piano piano si cominceranno a desiderare anche i baci e le coccole, la relazione matura e seria, e a capire che tutti i desideri di costruire una vita con una persona del sesso opposto erano solo indotti dalla società. Molti non superano mai la fase del rifiuto, vedi i padri di famiglia che non hanno altra possibilità di sfogo se non quella del rapporto occasionale, del tradimento.

Dopo aver capito che questa cosa ci appartiene e non possiamo fare nulla per cambiarla, interviene la rassegnazione. Questa seconda fase può durare qualche ora, o tutta la vita. Si pensa di essere gay, ma che ci sia un qualcosa che non va, che non si potrà mai avere una vita normale ed è una condizione sfortunata. D’altro canto è capitata, e quindi bisogna tenersela, ovviamente senza che nessuno lo sappia, o chissà che cosa potrebbe mai capitare! In questa fase c’è una dinamica che, per quanto aiuti ad arrivare all’accettazione, presenta delle problematiche. La persona si scinde in due: di giorno si è il bravo ragazzo single, che lavora e che tutti conoscono e rispettano, mentre tornato a casa ci si nutrirà di film o libri gay, in chat si diventa solo e puramente un omosessuale che in quanto tale potrà voler cercare altri gay per amicizia virtuale su vari siti, o anche da voler conoscere di persona, ma il tutto in segreto. La segretezza rende molto difficile una relazione stabile e che abbia senso, per il continuo doversi nascondere, mentire sul dove si va, piantare in asso i vecchi amici.

Infine arriva l’accettazione: quando la scorpacciata di omosessualità ci ha fatto capire bene cosa siamo e che non c’è niente di male, quando i film e le esperienze condivise con altri avranno aiutato la nostra mente a normalizzare la situazione e non vederla come disordinata, allora riusciremo a prendere coraggio e a fare coming out (venire allo scoperto, dichiararsi, che è diverso dall’outing di quando qualcun altro rivela la tua omosessualità) con un amico molto cautamente, poi due, tre, e infine la smetteremo di vivere velatamente. In questa fase si capisce che scindere in due lati te stesso, tutta la tua persona da una parte e solo l’essere gay dall’altra, provocava soltanto un distacco dalla vita quotidiana e un vivere in modo troppo impersonale o assiduo la vita gay (virtuale o reale che fosse). Quando vanno di pari passo invece combacia tutto, si consolidano i rapporti coi vecchi amici etero e magari si lega ancora di più, non si è più costretti a nascondersi e a vergognarsi per ogni cosa che si fa, con la paura di essere scoperti. Si può amare e avere un rapporto di coppia stabile e duraturo, si può andare in giro mano nella mano con il/la proprio/a partner, si può vivere come ogni uomo o donna ha il diritto di vivere e non in una prigione in cui abbiamo accettato di stare fino a poco tempo prima!

È fondamentale capire che la discriminazione operata dalla società richiede due fattori: qualcuno che discrimina e qualcuno che la discriminazione la accetta. Se avete il terrore che qualcuno scopra la vostra omosessualità sarete stressati, vedrete qualunque cosa come un attacco, sarete anche ricattabili volendo. Viceversa quando capirete che non ve ne frega nulla vi renderete conto che a molte più persone di quanto pensaste non frega altrettanto nulla. Avete passato tutta la vostra vita a convincere gli altri che non siete gay, e ora sarà persino difficile fargli capire che lo siete, perché alcuni non vi crederanno. Quelli che fanno battutine, nel momento in cui siete consapevoli di voi stessi, non vi scalfiranno minimamente e smetteranno dopo poco. E, ripeto, si rinsalderanno i rapporti con gli amici fino a raggiungere una profondità mai vista prima, impossibile prima che ci fosse la totale sincerità.

Che cosa può aiutare a superare la fase della rassegnazione e accettarsi e vivere come meritiamo?
Tante cose, ognuno è diverso e ci mette tempi diversi.
Pur mancando modelli di gay e lesbiche nella vita comune, almeno prima di essere dichiarati (poi ne avrete a volontà!) ci sono un sacco di film o libri che parlano di storie d’amore, storie di accettazione, storie drammatiche e comiche, storie di vita di gay e lesbiche. Guardare questi film è un ottimo modo per iniziare ad abituarci a percepire come normale l’omosessualità.

Dopo il recepire passivamente informazioni sul mondo gay si potrebbe voler interagire. All’inizio è difficile trovare il coraggio per parlarne di persona, e forse è meglio iniziare un periodo di rodaggio tramite Internet. In questo caso, diffidate assolutamente di portali come Gayromeo o Gayspace, dove la gran parte dell’utenza è alla ricerca di rapporti, come in tutti i siti di incontri, etero o omosessuali che siano. E’ più facile inizio in internet attraverso forum come Yahoo! Answers, dotato di una sezione LGBT, e Gay Project, che ha un forum ottimamente improntato al dialogo, al confronto, pieno di esperienze profonde ed edificanti; un sito ricco di informazioni e testimonianze; una chat per parlare con altri omosessuali che cercano il confronto.3

Ma il vero passaggio avviene nel mondo reale: se sei giovane e pensi che ci sia il vuoto totale intorno a te, non disperare, non è così! Cerca se la tua provincia ha un’Arcigay o magari un Gruppo Giovani, come la nostra Associazione, contattaci via mail e ti diremo quando ci incontriamo e quali attività abbiamo in progetto! Potrai conoscere altre persone eliminando il muro della chat, e parlando e scambiandovi esperienze ti aiuterai tantissimo a sentirti davvero normale, parte di un gruppo, giusto, apprezzato, in grado di avere una vita e una socialità anche da omosessuale. Per chi dice che è un modo di autoghettizzarsi: no, è un modo di ritrovare e ricostruire la propria identità che ti è stata preclusa dal vero ghetto: la cultura eterosessista che ti ha confinato nell’inesistenza, nella battuta, nello scherzo, nell’offesa. Un gruppo di gay e lesbiche non è un ghetto dove ti chiudi e non puoi uscire: è un luogo, un mezzo dove passi solo una piccola parte del tuo tempo e che ti può servire da trampolino di lancio per la vera vita. 3


Riferimenti
1) Lettera a Repubblica di Carlo Giuseppe Gabardini
2) www.esseresestessi.com
3) http://www.lastessamedaglia.it/

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Chi Siamo?

Siamo il primo gruppo LGBTIQE* di Cesena. Siamo un gruppo laico e apartitico. Crediamo una società democratica in cui le libertà individuali ed i diritti umani e civili possano essere riconosciuti, promossi e garantiti senza alcuna discriminazione basata sull’orientamento sessuale, l’identità di genere o ogni altra condizione personale e sociale dell’individuo. Ci poniamo come obiettivo l’abbattimento di tutti i pregiudizi e gli stereotipi, che spingono le persone ad osservare e giudicare l’individuo non per ciò che dice e che fa, ma in base al suo orientamento sessuale o alla sua identità di genere.